Il bilancio dei morti è salito. Secondo l’Onu ieri erano 127 le vittime civili dall’inizio dell’invasione. Oggi, riferisce il Ministro della Sanità ucraino Viktor Liashko, sono 198, tra cui tre bambini.

Durante l’attacco in corso contro Kyiv, anche il numero dei feriti è cresciuto. Ora sono oltre mille, tra i quali 33 minori. L’escalation del conflitto non si ferma nonostante le sanzioni e gli appelli delle diplomazie internazionali e dei cittadini di tutto il mondo.

Per evitare ulteriori vittime e individuare subito i nemici, nella Capitale è stato imposto il coprifuoco dalle 17:00 alle 8:00 del mattino.

Strade deserte, edifici sventrati, volti insanguinati, migliaia di persone infreddolite e terrorizzate.

È l’Ucraina ai tempi della guerra. Uomini, donne e bambini hanno passato la notte nei rifugi improvvisati, abbracciati. Intere famiglie accampate per terra, l’una vicino all’altra, in spazi ristretti, hanno tentato invano di riposare.

Mentre i militari russi continuano gli attacchi indiscriminati, è stato consigliato ai cittadini di fare scorta di cibo e altri beni di prima necessità. Sono a rischio i rifornimenti, se si continua così presto finiranno le riserve di generi alimentari e medicine.

Gli effetti dell’aggressione contro un Paese che era già in crisi economica, peseranno soprattutto sulle fasce più fragili della popolazione, come i bambini malati di cancro ospiti delle strutture pediatriche gestite dalla Onlus Soleterre.

Alcuni sono stati evacuati, ma la maggior parte, 45 bimbi sono rimasti a Kyiv perché “non possono interrompere le cure salvavita”.

La brutalità del conflitto non risparmia i più piccoli. Secondo il Ministro degli Affari Esteri ucraino Dymitro Kuleba, ieri sono stati colpiti dai raid russi un asilo e un orfanotrofio.

Preoccupano inoltre le conseguenze del conflitto sulla salute mentale dei minori. “Aiutateci, fate qualcosa” grida il popolo ucraino, chiedendo alla comunità internazionale di intervenire, di inasprire le sanzioni, di non abbandonarli.

Chi può fugge prima che sia troppo tardi: secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati “oltre 50mila profughi hanno già lasciato il Paese in meno di 48 ore”.

Ma la maggior parte della popolazione è intrappolata in un incubo senza fine. C’è chi si mette in fila per donare il sangue negli ospedali e chi si prepara a imbracciare il fucile per difendere casa propria con i mezzi che ha. Nel mentre, proseguono le aggressioni ingiustificate contro i civili.

Hanno fatto il giro del mondo le immagini di un signore anziano, a bordo della sua auto, calpestato da un carro armato guidato da soldati russi  che si è intenzionalmente diretto contro di lui. L’uomo è stato poi soccorso dai passanti. Sembra che sia ancora vivo ma le sue condizioni di salute sono incerte.

Fonte foto: https://images.tv9marathi.com/wp-content/uploads/2022/02/26232946/ukraine-russia-blast-3.jpg