La regina della danza italiana, étoile della Scala e rinomata danzatrice in tutto il mondo, si è spenta oggi, in data 27 maggio, all’età di 84 anni; fatale per lei un tumore al colon.

Carla Fracci nasce il 20 agosto 1936 a Milano, dove costruisce parte centrale della sua carriera intraprendendo, nel 1946, gli studi nella scuola di balletto del Teatro alla Scala e diplomandosi nel 1954. Nello stesso anno sposa Beppe Menegatti, regista teatrale italiano. Nel 1958 è diventata prima ballerina, per poi affermarsi come étoile.

Tra la fine degli anni cinquanta e durante gli anni settanta danza con compagnie straniere quali il London Festival Ballet, il Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet e il Royal Swedish Ballet. Dal 1967 è anche ballerina ospite dell’American Ballet Theatre. La sua notorietà è legata alle interpretazioni di ruoli perlopiù romantici e drammatici: primo tra tutti Giselle, ruolo che interpretava impeccabilmente e che più di tutti gli altri l’ha resa famosa, grazie proprio alla sua intensa e delicatissima interpretazione; ma anche La Sylphide, ritraendo perfettamente la donna silfide ottocentesca o la sua struggente Giulietta.

E ancora Francesca da Rimini, Medea e moltissimi altri ruoli del repertorio classico. Ha danzato con tantissimi ballerini tra i quali Rudolf Nureyev, Mikhail Baryshnikov e Roberto Bolle. Eugenio Montale le dedicò una poesia, La danzatrice stanca, inserita nel Diario del ‘71 e del ‘72, uscito nel ‘73. Nel 1981 è stata eletta “prima ballerina assoluta” dal New York Times.

Ha anche diretto vari corpi di ballo come quello del Teatro San Carlo di Napoli, quello dell’Arena di Verona e del Teatro dell’Opera di Roma dal 2000 al 2010. Nel 2013 la Mondadori Editore pubblica la sua autobiografia Passo dopo passo. Nel 2016 ha presentato il libro Ballerina, pubblicato da Giunti Editore, per il quale ha firmato la prefazione. Tra i vari titoli che le sono stati riconosciuti, il 19 settembre 2020 ha ricevuto il premio alla carriera da parte del Senato della repubblica Italiana.

“In tanti mi hanno chiesto come ci si sente a essere un mito. Ma i miei che erano dei lavoratori, padre tranviere, madre operaia mi hanno insegnato che il successo si deve guadagnare. E io ho lavorato, lavorato, lavorato… “. Queste le parole di una donna sempre dedita al lavoro, che ha dedicato la sua intera vita al mondo della danza, anche fino a pochi mesi prima della sua morte. Ad esempio, al Teatro alla Scala, al quale è sempre rimasta legata, il 28 e 29 gennaio scorso aveva tenuto una masterclass con i protagonisti del balletto Giselle, andata in onda in streaming sui profili delle Scala. “Mi lamento spesso e sono una polemica” ha confessato in una delle ultime apparizioni tv, vestita di bianco, come sempre, suo unico vezzo, “ma la mia è stata una gran bella vita”.