Riconoscimento reciproco di carte d’identità, diplomi e qualifiche professionali. Lo scorso 3 novembre sono stati firmati tre accordi tra i sei paesi dei Balcani occidentali, per facilitare la libera circolazione dei cittadini. È ripartito il processo di Berlino.

Promossa la reciproca interazione

I sei paesi dei Balcani occidentali riconosceranno reciprocamente le carte d’identità, i diplomi e le qualifiche professionali dei loro cittadini. Gli accordi faciliteranno la libera circolazione dei cittadini della regione. Essi non avranno più bisogno di passaporti o visti. Viene promossa dunque la “reciproca integrazione” di Albania, Kosovo, Serbia, Montenegro, Bosnia Erzegovina e Macedonia del Nord.

“Il processo di Berlino”

Questi accordi, rappresentano senza ombra di dubbio un passo in avanti positivo per la regione, in un momento in cui le relazioni tra Kosovo e Serbia continuano ad essere tese. Essi segnano il ritorno del “Processo di Berlino”, piattaforma negoziale regionale per accompagnare i paesi balcanici verso l’integrazione europea. Questo significa che – grazie alla Germania – si conclude definitvamente l’iniziativa regionale dell’Open Balkans, fortemente criticata, ma che probabilmente sembrava solo un bluff per velocizzare il processo per l’ingresso in Ue.

Le parole di Scholz

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ricordato che i paesi dei Balcani occidentali “appartengono all’Europa libera e democratica” e che è necessario “restare uniti”, sottolineando che è arrivato il momento di superare i conflitti regionali che ben conosciamo. Per il cancelliere tedesco inoltre va accelerato il processo di normalizzazione dei rapporti tra Kosovo e Serbia. Nelle scorse settimane infatti Ursula Von der Leyen ha accettato la proposta franco-tedesca per risolvere le divergenze tra Kosovo e Serbia. La Germania sta esarcitando particolare pressione alla Serbia, cosa non gradita al presidente Vucic, il quale infatti non era presente, lasciando le firme dell’Accordo alla PM Ana Brnabic.

Le pressioni alla Serbia

La posizione tedesca nei confronti della Serbia è sempre piu rigida, alla vigilia del vertice molti membri del governo tedesco hanno sottolineato che la Serbia deve decidere se stare dalla parte dell’Ue o della Russia.

Un’altra pressione nei confronti della Serbia riguarda l’immigrazione clandestina. La Serbia non richiede il visto per i cittadini di alcuni paesi dell’Africa, del Sud America, del Medio Oriente e dell’Asia, favorendo così l’arrivo di migranti che poi cercano di raggiungere l’Europa occidentale. Gran parte dei Paesi di provenienza dei migranti sono Paesi che si rifiutano di riconoscere l’indipendenza del Kosovo.

Sembra dunque che dopo anni di Nazionalismi, tensioni e conflitti sfiorati, la penisola balcanica stai iniziando una nuova fase politica. Riusciranno i paesi balcanici a rimamere fedelo agli accordi stipulati nonostante le varie tensioni interne degli ultimi giorni?

Foto di copertina dal sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale