“RID DEMENTIA” di Lié Larousse

“Anime da salvare. Segreti da difendere. Follia della sorte.”: niente meglio di questo trittico di frasi descrive ciò che troverà il lettore immergendosi in “RID DEMENTIA” di Lié Larousse (L’erudita – Giulio Perrone editore, 2022), romanzo di esordio della scrittrice romana dopo una lunga esperienza poetica. Non a caso, Lié Larousse ha deciso di scriverlo subito sotto il titolo, ben visibile, come un monito. E di moniti è ricco, questo libro, data la complessità dello stesso.

Il monito prima di entrare nel Rid Dementia

“Caro lettore,
mi appello al tuo buon senso, dacché questa storia non ha un termine. Legittimo mi sembra comunicartelo per tempo. […]”

esordisce Lié Larousse, prima ancora che la storia inizi. Chi cerca un finale autoconclusivo viri dunque per altri lidi, ché al RID DEMENTIA c’è posto solo per chi ha il coraggio di perdersi.

[…] E mi permetto di raccomandarti anche questo caro lettore, che la favola inizi sempre così: quand’era già il tempo dell’arrivo al Rid Dementia.”
si conclude il monito, e si aprono le porte del Rid Dementia. Quest’ultima frase va tenuta sempre a mente, perché sarà necessaria per ritrovare la strada nei giochi di tempo che Lié Larousse come abile maga magicamente tesse.

Uno sguardo alla trama

Ma cos’è mai questo Rid Dementia? Un sanatorio, di quelli vecchio – anzi vecchissimo – stile, dall’aspetto sinistro e maledetto. Uno di quei sanatori che nei film in bianco e nero appaiono all’improvviso dal buio quando un lampo squarcia l’oscurità della notte, e le urla dei pazienti lì ricoverati riecheggiano nelle vallate nebbiose. La narrazione è affidata al protagonista della storia, il neuropsichiatra Fabio Amedeo Mari. Il professor Mari si ritroverà vittima del suo stesso luogo di cura. Il Rid Dementia, infatti, nonostante la fama nefasta che accompagna quelli che un tempo erano conosciuti come “manicomi”, nasce come un luogo positivo: lì il professor Mari avrebbe curato la mente e aggiustato i ricordi.

Sono però la corruzione e la bramosia di colui nel quale il professore riponeva la sua fiducia a sfalsare i piani. Il curante diventa curato, il giorno notte, il passato presente e di nuovo passato senza mai riuscire a diventare futuro.

La narrazione si fa a tratti più confusa e a tratti più lineare seguendo le fasi della mente, alternando le memorie dell’arrivo al Rid Dementia (“quand’era già il tempo dell’arrivo al Rid Dementia.”) a ciò che al Rid Dementia accade.

Nel suo complesso, “RID DEMENTIA” di Lié Larousse è tutto ciò che deve essere un libro per togliere il fiato: un thriller psicologico con caratteri gotici, dal ritmo serrato e la scrittura dettagliata.

L’autrice di “RID DEMENTIA” Lié Larousse con il direttore editoriale di Hyperion Paolo Palladino

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Immagine di copertina da FUIS TV.