Conferenza stampa della NASA

Si è tenuta nella giornata di ieri la conferenza stampa della NASA per confermare il successo della missione DART.

La missione ha infatti visto impegnata la sonda DART nel colpire l’asteroide Dimorphos il 27 settembre.

La missione si è rivelata essere un successo completo, i risultati hanno infatti evidenziato che l’orbita del piccolo asteroide è cambiata di circa 32 minuti.

Una prova definitiva del funzionamento della prima tecnica di difesa planetaria.

L’orbita cambiata

L’orbita di Dimorphos è cambiata, passando da una durata di 11 ore e 55 minuti a 11 ore e 23 minuti; segnando un record per l’umanità in quanto è la prima volta che l’orbita naturale di un oggetto nello spazio viene deviata artificialmente.

Alla conferenza stampa era presente anche Giorgio Saccoccia, in rappresentanza dell’Agenzia Spaziale Italiana e dello straordinario contributo italiano alla missione.

Insieme al satellite DART era infatti anche presenta il LICIACube, la sonda che ha ripreso lo schianto e raccolto i dati della missione.

Saccoccia ha riportato come il satellite si sia avvicinato fino a 59 km dalla superficie dell’asteroide, riuscendo a scattare più 700 foto, un risultato incredibile considerando la distanza a cui opera il satellite.

Le nuove analisi della missione

Le analisi dell’orbita di Dymorphos sono solo all’inizio però.

Dopo aver appurato che l’orbita dell’asteroide è cambiata, ora le ricerche continueranno per migliorare la precisione nella durata della nuova orbita, ma non solo.

Fin da subito si è notato come un cambiamento così ampio non sia stato dato solo dallo schianto di per sé, ma anche dal getto di detriti che si sono originati.

Questi hanno agito come una sorta di gas di scarico di un razzo, spingendo ancora di più l’asteroide.

Nella foto scattata da Hubble, infatti, la coda di detriti si estende per oltre 10000 km.

Foto scattata dal telescopio Hubble che riprende la coda dei detriti