L’orbita terrestre è diventata leggermente più affollata.

Alla fine di ottobre la Cina ha lanciato l’ultima parte della sua stazione spaziale Tiangong completandone la costruzione.

Il modulo adibito a laboratorio di diciotto metri, ribattezzato Mengtian (“sogno del cielo”), è progettato per condurre una serie di esperimenti scientifici e permette alla stazione di ospitare fino a sei persone alla volta.

Attualmente è occupato dal comandante Chen Dong e altri due astronauti.

Tiangong rappresenta il primo “vicino” a lungo termine dell’Iss (Stazione Spaziale Internazionale) da quando la russa Mir è stata disattivata nel 2001.

In realtà, la Cina aveva già fatto volare due prototipi sperimentali di Tiangong tra il 2011 e il 2019, che però non sono più in orbita. 

“L’Iss non sarà operativa ancora per molto. È possibile che ci ritroveremo con una sola stazione spaziale in orbita, quella cinese”, spiega Fabio Tronchetti, professore di diritto spaziale presso la Beihang University di Pechino e l’Università del Mississippi.

 

La Cina ha impiegato solo un anno e mezzo per costruire Tiangong. Il modulo centrale, Tianhe, è stato lanciato nell’aprile 2021 e i primi astronauti sono arrivati nel giugno dello stesso anno. Il modulo successivo è partito nel luglio 2022, seguito da quello finale agli inizi di novembre.

 

La stazione a forma di T, con due moduli laboratorio collegati al nucleo centrale, è simile per dimensioni alla Mir, la rivoluzionaria stazione spaziale che ha operato negli anni Ottanta e Novanta. Sebbene sia più piccola della Iss, spiega Jan Osburg, ingegnere aerospaziale presso la Rand Corporation, “all’interno presenta alcune caratteristiche di comfort che migliorano l’abitabilità e quindi la produttività degli astronauti: meno disordine, più connessione wireless anziché cavi e un microonde“.

 

Come l’Iss, la stazione cinese offrirà alcune opportunità di collaborazione, permettendo ad altri paesi di inviare esperimenti, e forse anche astronauti.

 

A bordo è già ospitato un esperimento dell’Arabia Saudita; ricercatori di istituzioni europee e di altri paesi hanno proposto esperimenti su una vasta gamma di argomenti, dai raggi gamma alla medicina spaziale e agli orologi atomici.

 

Anche i partner commerciali cinesi potrebbero essere coinvolti. Tuttavia, a differenza dell’Iss, che dipende dalla cooperazione e dal sostegno dei suoi partner, la Cina ha priorità diverse per Tiangong.

 

L’obiettivo sarà probabilmente quello di dimostrare la leadership cinese e che non è necessario dipendere dalle agenzie e dalle aziende spaziali di altri paesi.

 

La Nasa non sarà tra i partner di Tiangong. L’agenzia non potrà collaborare con la stazione spaziale cinese per via del cosiddetto “Emendamento Wolf” approvato dal Congresso americano nel 2011 e che impedisce alle agenzie statunitensi di collaborare con aziende e agenzie cinesi per motivi di sicurezza nazionale.

 

Si tratta di un significativo allontanamento dai precedenti della Guerra Fredda, quando la Nasa e le sue controparti sovietiche lavoravano occasionalmente insieme nonostante le divergenze politiche.

 

Per sostituire l’Iss, la Nasa sta investendo in tre possibili progetti di stazione spazili commerciali che verrebbero lanciate già entro il 2029. La Nasa e i suoi partner prevedono anche di assemblare il Gateway, la stazione orbitale lunare nel corso di questo decennio, nell’ambito del programma lunare Artemis.

Sebbene la Cina disponga di significative capacità militari spaziali, al pari di Stati Uniti e Russia, la stazione spaziale non va considerata tale, spiega David Burbach, esperto di sicurezza nazionale presso il Naval War College di Newport, Rhode Island.

Come l’Iss e la Mir, Tiangong non ha uno scopo militare ed è progettata principalmente per facilitare la ricerca scientifica: “La stazione ha un braccio articolato e, in teoria, potrebbe afferrare un satellite statunitense. Ma se si avessero intenzioni del genere, sarebbe molto più intelligente sviluppare un satellite piccolo e furtivo piuttosto che cercare di manovrare un’enorme stazione spaziale“, sottolinea Burbach.

Secondo Osburg, il completamento di Tiangong ha importanti implicazioni geopolitiche per gli Stati Uniti: “Non possiamo più dare per scontato di essere i grandi dello spazio. Questo rappresenta un invito per noi, per gli Stati Uniti e per gli alleati, a non perdere il nostro primato. Ci sono modi diversi di gestire una stazione spaziale e l’esplorazione dello spazio. Vorrei che fossimo noi a dettare la linea sull’espansione dell’umanità nello spazio, piuttosto che un regime autoritario come la Cina“.