“Chi siete? Chi vi manda?”, chiese il boss di Cosa Nostra, Salvatore Riina. 

“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”, fu la risposta.

La mattina del 15 gennaio 1993, il capitano Sergio De Caprio (Capitano Ultimo) con alcuni dei Carabinieri suoi sottoposti, arresta il boss di Cosa Nostra Salvatore Riina.

L’operazione Belva

All’indomani delle stragi del 1992 che costarono la vita ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme agli uomini della scorta, i Carabinieri si riunirono a Palermo per definire la migliore strategia per poter arrestare il boss di Cosa Nostra.

All’operazione si unì anche L’Unità Crimor del ROS comandata da Sergio De Caprio: più comunemente noto come Capitano Ultimo.

L’arresto di Riina

In seguito ad alcune testimonianze del boss Di Maggio, uomo vicino al boss Salvatore Riina, i carabinieri riuscirono a localizzare il luogo dove il boss di Cosa Nostra alloggiava.

La mattina del 15 gennaio 1993, Di Maggio riconosce Salvatore Riina mentre esce in macchina da via Bernini 54 e inizia il pedinamento che termina con l’arresto del capo “assoluto” di Cosa Nostra.

L’insegnamento di Paolo Borsellino

“La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. 

Noi tutti perciò, abbiamo il dovere morale di continuare a camminare sulle gambe di chi ha sacrificato la propria vita dimostrando che uomini come Borsellino non moriranno mai.