Questo articolo rappresenta la prima parte di un’analisi che si compone di due articoli, animata dallo scopo di mettere in luce le dinamiche generali che governano l’andamento dell’attuale guerra che si sta svolgendo nel territorio ucraini. Il conflitto che, in Ucraina, oggi vediamo sotto i nostri occhi presenta delle sostanziali differenze rispetto a quello che abbiamo potuto osservare nei primi giorni di guerra. Nella prima fase delle operazioni russe in Ucraina abbiamo assistito ad un tentativo di blitzkrieg. Questo assalto fulmineo che, tramite profonde avanzate corazzate e lanci di truppe aviotrasportare dietro le linee e sulla capitale Kiev, nelle idee del Cremlino avrebbe dovuto portare ad una rapida sconfitta ucraina in realtà non ha dato i frutti sperati.

Quella che doveva essere una rapida guerra di movimento, si è trasformata, grazie alla resistenza ucraina e alle deficienze russe, in una lenta guerra di logoramento da entrambe le parti. I russi, al contrario rispetto all’inizio delle operazioni, ora avanzano lentamente, conquistando caposaldo per caposaldo e facendo massiccio ricorso a supporti aerei e di artiglieria. Ogni chilometro di questa avanzata costa molto caro in termini di uomini e mezzi alle forze russe, vista la stoica resistenza ucraina. In questo tipo di confronto, più simile alla Prima guerra mondiale che alla seconda, i centri urbani assumono una rilevanza vitale per la difesa ucraina che li rende capisaldi difficili da espugnare e molto esosi in termini di risorse.

Questo deterioramento oltre ad essere fisico in termini di uomini e materiali in termini di attrezzature ha, in vero, dei contraccolpi anche a livello morale. Da entrambi i lati, i militari impegnati al fronte, avvertono tutto il peso dei lunghi giorni di combattimento, andando ad intaccare la loro efficacia operativa, specialmente per quel che riguarda il personale ucraino, il quale è soggetto a rotazioni inferiori, quando possibili, rispetto alle controparti russe. Uno dei maggiori punti di attrito fra le due forze è localizzato nei pressi del centro urbano di Severodonetsk che, prossima alla completa conquista da parte russa, rappresenterebbe per questi ultimi un’ottima occasione per prendere il controllo dell’intero Oblast’ di Luhans’k.

Passando ad un’analisi più approfondita dell’attuale livello di operatività dei due contendenti rileviamo che dal lato russo, seppure come episodi isolati, vengono riportati da diverso tempo episodi di diserzione e insubordinazione da parte delle forze russe. Questo dato sarebbe confermato dal fatto che la morte di molti alti ufficiali russi sia conseguenza del fatto che essi, per mantenere una ferrea catena di comando e quindi il controllo sui propri uomini, si siano dovuti esporre a situazioni di notevole pericolo.

Un altro elemento di deficienza della forza armata russa e specialmente per quel che riguarda la forza aerea. Al contrario di quanto la dottrina militare russa indicherebbe, l’attuale coordinamento fra le forze di terra e gli assetti in volo, che dovrebbero fornire supporto ai colleghi terrestri (l’assenza, nelle forze armate russe, di una figura importante come quella del J-TAC è molto rilevante), risulta essere mal gestito e conseguentemente di limitata efficacia. Di contro, l’aviazione russa incontra poca resistenza da parte di quella ucraina. Questo discreto controllo dello spazio aereo ha fatto sentire i russi abbastanza confidenti del fatto di poter utilizzare, per missioni di bombardamento, due SU-57.

Questo modello di velivolo si trova ancora in una fase di test, essendone stati prodotti solo 6 o 7 esemplari, e probabilmente il suo utilizzo in ucraina, oltre che da azione operativa, ha anche fornito dati empirici ai suoi sviluppatori. Tornando sulla terra si può notare, dai vari report, che l’esercito russo stia impiegando massicciamente le proprie artiglierie, sia per fiaccare le prime linee ucraine, ma anche per colpire le linee di rifornimento di arretrate. Diversi resoconti riportano la distruzione di materiale bellico fondamentale per gli ucraini, a seguito di attacchi di artiglieria russi. La perdita di questo materiale bellico riguarda anche diversi sistemi d’arma forniti dagli occidentali alle forze ucraine.

Questo genere di ingaggio dalla distanza con tiri indiretti è anche favorito dal fatto che le artiglierie russe hanno mediamente una gittata maggiore rispetto alle controparti ucraine, il che permette loro di poter fare fuoco da posizioni ottimali, senza dover temente il fuoco di controbatteria ucraino. Oltre a Severodonetsk, altri due obiettivi risultano essere particolarmente attivi per quel che riguarda le operazioni russe e sono:

La città di Lysychansk, sottoposta a pesanti bombardamenti da parte russa e attualmente contesa per quanto ne riguarda il controllo. Il secondo target caldo è rappresentato dalla città di Kharkiv, oramai da alcuni giorni sottoposta a bombardamenti di pesante intensità provenienti dalle colline situate nella zona nord est e attualmente in mani russe. Oltretutto, secondo molti analisti, la città, sarà oggetto di una pesante offensiva russa nel giro di pochi giorni.

Fonti:

livemaps: https://liveuamap.com/

Mirko Campochiari (Youtube: Parabellum) : https://www.youtube.com/watch?v=UXVapbANtJo&t=2175s

Analisi del Colonnello Marcus Reisner dell’Esercito Austriaco sul canale ufficiale delle forze armate austriache ( Youtube: Österreichs Bundesheer): https://www.youtube.com/watch?v=Sd4xRBuVs48

ISW: https://www.understandingwar.org/backgrounder/russian-offensive-campaign-assessment-june-21

Analista Tom Cooper: https://medium.com/@x_TomCooper_x/ukraine-war-21-22-june-2022-8785e95af08b