Sono passati due anni da quando è scoppiata la pandemia di Covid e ad oggi sono tornate nuovamente restrizioni e lockdown nella Repubblica Popolare Cinese.

Di conseguenza la domanda che più spesso circola sui social cinesi è “Ma quando finirà?”

Nella città di Pechino è stato registrato un nuovo focolaio di Covid-19, in particolare in un bar di Sanlitun, area del distretto di Chaoyang, luogo della movida notturna, delle ambasciate e di numerosi centri commerciali.

La situazione pandemica che la Cina sta vivendo oggi viene definita dalle autorità locali “esplosiva”. La scorsa settimana, altri due distretti della capitale, Chaoyang e Dongcheng, hanno dovuto chiudere alcune attività di intrattenimento, tra le quali bar e discoteche.

E proprio il distretto più popoloso della città di Pechino, quello di Chaoyang, ha avviato test di massa contro il coronavirus.

Stando a quanto è stato riferito dal portavoce dell’amministratore locale Xu Hejian in una conferenza stampa: “Per tre giorni la popolazione locale sarà quindi sottoposta al test per il Covid-19”, spiega così la commissione sanitaria municipale.

Tale decisione è stata presa dopo che da giovedì scorso in poi sono state registrate 166infezioni a grappolo” legate al bar di un supermercat, l’Heaven Supermarket Bar, aperto 24 ore su 24.

Di queste infezioni, 145 erano clienti del bar stesso.

Al momento esiste ancora il rischio di un’ulteriore diffusione. Il compito più urgente al momento è rintracciare la fonte del cluster e anche gestire e controllare i rischi”, ha poi continuato il portavoce Xu Hejian, riferendo inoltre che Pechino deve prevenire l’emergere di “amplificatori dell’epidemia”.

Dunque, l’impennata dei contagi è stata feroce, con enormi difficoltà per condurre le operazioni di controllo e prevenzioni. Sembrerebbe che la licenza commerciale dell’Heaven Supermarket Bar sia stata revocata dopo che i funzionari hanno scoperto che non erano state rispettate alcune regole, tra le quali vi sono il controllo della temperatura e i risultati dei test Covid-19.

Il caso del bar denota sempre di più le difficoltà della Cina, non solo economiche ma anche logistiche, nell’andare avanti con quella che è la politica zero Covid.

Anche a Shanghai la situazione pandemica è preoccupante: dallo scorso sabato mattina la città di Shanghai è tornata quasi in lockdown vero e proprio per un ciclo di test di massa contro il virus, durato tutto il weekend.

Partito inizialmente da un’area con pochi contagi, alla fine tale piano è stato esteso a 15 dei 16 distretti, coinvolgendo quasi tutta la popolazione di 26 milioni di residenti.

La commissione sanitaria municipale ha riportato che sono stati segnalati 6 casi locali e 5 asintomatici; 5 contagi, invece, sono stati trovati fuori dalle aree di quarantena facendo così scattare l’allarme.

La politica zero Covid continua ad essere la strategia, secondo il governo. Ma la preoccupazione è su come questo sarà sostenibile nel tempo […]. Il costo dei test continua ad aumentare. Shanghai ha sborsato circa il 3% del PIL di Covid negli ultimi mesi. È necessario avere molto denaro per continuare con la politica zero Covid”, spiega in questo modo Ben Cowling, responsabile del Dipartimento di Epidemiologia dell’Università di Hong Kong, esplicando inoltre che la strategia dei test di massa “non è una novità, è avvenuta da tempo in molte città”.