Sembra, a questo punto del conflitto, che l’esercito russo non sia stato in grado di raggiungere gli obiettivi che si era prefisso nei tempi stabiliti. Assunto il quasi totale controllo dello spazio aereo, il peso dell’offensiva russa, si basa ora sulle capacità delle truppe terrestri. Le fanterie russe, però, incontrano una sempre maggiore resistenza da parte delle forze governative ucraine e dalle milizie composte da civili.
Difronte a questa strenua resistenza, le truppe russe non interrompono la loro avanzata, ma pagano un caro prezzo per ogni metro di terra conquistato. Per sbloccare questa impasse, il Cremlino, sembra stia prendendo in considerazione l’utilizzo di armi connotate da uno spiccato potere distruttivo. In particolare, fonti ucraine del ministero della difesa (non confermate) affermerebbero di essere riuscite ad entrare in possesso di un particolare veicolo russo (un TOS-1), adibito al lancio di bombe termobariche.
Nell’attesa di capire se questa tipologia di sistema d’arma sia veramente presente nel teatro ucraino e se possa realmente essere impiegata, cerchiamo di capire meglio le modalità secondo le quali questa bomba dispiega i suoi effetti.
La bomba termobarica, anche chiamata “bomba a vuoto” viene considerata, visti i suoi effetti distruttivi, come lo step precedente all’utilizzo di armi nucleari. Questa tipologia di ordigno agisce in due fasi separate. La prima fase consiste in una prima detonazione dell’ordigno, la quale serve a far disperdere nell’atmosfera circostante una sostanza combustibile (idrocarburi). Questa sostanza combustibile, innescata da un’altra esplosione nella seconda fase, innesca la sostanza combustibile che a quel punto si è mescolata con l’aria presente nell’atmosfera. L’esplosione causata da questo innesco crea una forte depressione atmosferica al centro dell’esplosione stessa, la quale risucchia tutta l’aria presente nel suo raggio d’azione (compresa l’aria presente nei polmoni delle vittime che si trovano nel suo raggio d’azione). Questa reazione chimica, in fine, crea una massiccia esplosione, la cui onda d’urto risulta essere molto più duratura e devastante di quella degli esplosivi convenzionali.
Non esiste un rapporto ufficiale sull’utilizzo di tali armi in teatri di combattimento, ma se ne sospetta l’impiego in diversi teatri, tra i quali quello afghano e quello siriano.
Attendendo informazioni più affidabili e dettagliate sulla reale o meno presenza di queste armi nel teatro ucraino, confidiamo nella speranza che tale tipo di armamento non venga impiegato andando a rendere una questione tragica come la guerra ancora più orribile e devastante.