Questo secondo articolo, facente parte di un’analisi più estesa collegata ad un altro articolo, punta il suo faro sulla situazione ucraina. La prima cosa che salta all’occhio sono le continue e pressanti richieste, da parte delle autorità ucraine, di un sempre maggiore invio di materiale bellico per sostenere la loro difesa. I “magazzini bellici” ucraini si stanno rapidamente svuotando (alcune stime indicherebbero che tutti i residuati bellici di epoca sovietica siano terminati), questo sia in termini di materiale fisico che di capitale umano. Stando alle dichiarazioni, probabilmente gonfiate, del presidente ucraino, il loro esercito subirebbe un tasso di circa 1000 combattenti persi al giorno.

Pur volendo ipotizzare che questa sia una cifra gonfiata, sicuramente l’esercito ucraino in questo momento sta vivendo una situazione con elevate perdite e scarse possibilità di rimpiazzarle. Per quel che riguarda il capitale fisico, dopo aver terminato le scorte e gli armamenti di era sovietica, ora gli ucraini dipendono in maggior parte dagli aiuti provenienti dall’occidente. Questo è particolarmente vero per quel che riguarda le artiglierie (dove oltre il gap numerico sussiste anche quello prestazionale, come precedentemente riportato), i sistemi di difesa antiaerei e i sistemi anti-tank. Tralasciando il fatto che in alcuni i casi le richieste ucraine superano le effettive possibilità di concedergli armamenti, l’occidente continua comunque a mantenersi su una soglia di forniture drasticamente più bassa rispetto a quelle che sono le richieste dell’Ucraina.

Oltretutto, la fornitura di armamenti da parte dell’occidente è caratterizzata da due problemi fondamentali e interconnessi fra loro. Il primo problema è dato dal fatto che con il passaggio da sistemi d’arma più antiquati e di produzione sovietica a quelli più moderni e di produzione occidentale, il personale ucraino assegnato a tali sistemi, avrà bisogno di ricevere un addestramento specifico, che di norma richiederebbe svariati mesi se non un anno, in poco più di un mese, andando così a inficiare sull’efficacia operativa. Il secondo problema è legato al fatto che per tutta una serie di condizioni, alcune qui riportate, l’esercito ucraino ha bisogno di mantenere un costante afflusso di uomini e mezzi verso le prime linee per contenere l’avanzata russa ed evitare un crollo dell’intero fronte.

Di conseguenza ciò gli ucraini hanno difficoltà ad ammassare consistenti nuclei di forze nelle seconde linee, da utilizzare poi in offensive mirate ed efficaci. Questa vulnerabilità è dimostrata dal recente tentativo di avanzata ucraino verso Kherson, dove gli ucraini hanno concentrato un relativamente modesto nucleo di forze corazzate e hanno sferrato un contrattacco nel tentativo di respingere i russi. Vista l’esiguità delle forze a disposizione e l’assenza di un consistente supporto aereo, le forze ucraine hanno subito pesantissime perdite, soprattutto a livello di mezzi corazzati, e sono state costrette a interrompere l’attacco.

Ritornando su una prospettiva più ampia, possiamo concludere che per ora la situazione sembrerebbe propendere in favore dei russi che, seppure lentamente, continuano ad avanzare. Nonostante tutte le difficoltà, comunque, le forze ucraine mantengono ancora una notevole resistenza e discrete capacità offensive, infliggendo pesanti perdite ai russi e mantenendo ancora aperta la possibilità di una resistenza, quanto lunga non si sa, all’invasione russa.

Fonti:

livemaps: https://liveuamap.com/

Mirko Campochiari (Youtube: Parabellum) : https://www.youtube.com/watch?v=UXVapbANtJo&t=2175s

Analisi del Colonnello Marcus Reisner dell’Esercito Austriaco sul canale ufficiale delle forze armate austriache ( Youtube: Österreichs Bundesheer): https://www.youtube.com/watch?v=Sd4xRBuVs48

ISW: https://www.understandingwar.org/backgrounder/russian-offensive-campaign-assessment-june-21

Analista Tom Cooper: https://medium.com/@x_TomCooper_x/ukraine-war-21-22-june-2022-8785e95af08b