La Cina continentale ha registrato 268 nuovi casi di Covid-19 nella giornata del 1° luglio, di cui 72 sintomatici e 196 asintomatici, secondo i dati della Commissione sanitaria nazionale.

Non ci sono stati nuovi decessi, mantenendo il bilancio delle vittime della Repubblica Popolare dall’inizio della pandemia a 5226.

La situazione è drasticamente peggiorata domenica del 3 luglio, quando si sono registrati 380 nuovi casi di Covid-19 trasmessi localmente, dei quali 41 sintomatici e 339 asintomatici, raddoppiando in tal modo i contagi del giorno precedente.

La maggioranza delle infezioni, secondo quanto riportato e riferito dalla Commissione Sanitaria Nazionale, riguarda principalmente le province di Anhui e Jiangsu, tutte e due vicine a Shanghai.

La capitale cinese, Pechino, e il centro finanziario, Shanghai, in base ai dati dei governi locali, non avevano riportato nuovi casi locali sintomatici e asintomatici. Nelle ultime 24 ore però la Commissione Sanitaria ha segnalato nuove ulteriori infezioni delle quali vi sono 306 asintomatiche e 112 sintomatiche.

Di 69 contagi a trasmissione locale, 52 sono stati registrati nella provincia orientale dello Anhui, 7 nello Shaanxi e 3 rispettivamente a Pechino e Shanghai. Ad oggi, la provincia meridionale del Guangdong ha riportato il numero più alto di infezioni importate dall’estero, seguita dalla provincia orientale del Fujian e dalla municipalità settentrionale di Tientsin, conosciuta anche come Tianjin.

La città di Wuxi, che si trova nella provincia di Jiangsu, ha sospeso il funzionamento di tutte le linee di autobus, ha interrotto momentaneamente le attività in molti luoghi pubblici, inclusi negozi e supermercati, consigliando alle persone di lavorare da casa e sollecitando tutti i residente a non abbandonare la propria città, se non necessario.

La città di Lianyungang, che si trova sempre nel Jiangsu, ha iniziato i test di massa per i residenti in alcune aree. Il brusco rialzo dei casi in Cina, nelle ultime due settimane, mette seriamente alla prova i vari tentativi dell’amministrazione del presidente Xi Jinping di mitigare le ferree e rigide misure di contenimento della pandemia, tra limiti ai viaggi e alle attività economiche, nell’ambito della discussa politica “zero Covid”.

La settimana scorsa, la Repubblica Popolare ha dimezzato ad una settimana il periodo di quarantena per tutti i visitatori internazionali: un primo significativo allentamento delle restrizioni da quando le ondate della variante Omicron hanno colpito duramente sia Pechino che Shanghai.

Ciononostante, la battaglia per eliminare il nuovo coronavirus aumenterà con l’arrivo di altre sotto-varianti più trasmissibili. Xi’an, capoluogo dello Shaanxi con una popolazione di 13 milioni di abitanti, ha riportato negli ultimi due giorni circa 50 casi di sottovariante BA.5.2 di Omicron, avvisando le autorità locali a sospendere le attività in vari luoghi e grandi eventi.

Si parla della stessa città che, nonostante abbia subito un duro lockdown durato un mese a fine 2021, è da sabato scorso di nuovo sotto la rigida linea delle “misure di controllo temporanee”, per via del focolaio emerso tra gli addetti al riciclaggio dei rifiuti.

Le infezioni sono tutte BA.5.2 e il lavoro di tracciamento epidemiologico è ancora in corso”, così riferisce Ma Chaofeng, un funzionario sanitario locale. In linea generale, la Cina sta mostrando un notevole aumento di casi, con milioni e milioni di persone bloccate negli sforzi di contenimento della diffusione del virus in linea con la politica della “tolleranza zero”.

Il cosiddetto spettro di nuove restrizioni arriva dopo poche settimane dall’allentamento di bruschi lockdown in diverse grandi città. Shanghai, il centro finanziario, non solo ha revocato il lockdown, ma ha anche annunciato di iniziare due nuovi round di test di massa per il Covid-19 sulla maggior parte dei suoi 25 milioni di residenti in un arco temporale di tre giorni.