Per quanto la situazione in Ucraina, anche se in una fase di stallo, risulti ancora essere aperta a diversi esiti possibili, a questo punto possiamo chiaramente rilevare degli elementi che ci permettono di analizzare la natura di questo conflitto parzialmente atipico. In particolare, uno dei primi elementi su cui è importante accendere una luce è la struttura e di conseguenza la potenzialità delle forze da combattimento russe, che recentemente hanno subito una riforma della loro struttura. In particolare, questa riforma della struttura delle brigate corazzate, le ha rese più piccole a livello numerico e quindi in teoria più mobili.

Inoltre, ne è stata aumentata la potenza di fuoco, rendendole capaci nel breve periodo di poter ottenere un’efficacia maggiore in termini di volume di fuoco. La grande pecca però sta nel fatto che in questa riforma, i russi, non hanno prestato la dovuta attenzione al supporto logistico (dove per supporto logistico si intende uno spettro di attività che va dal supporto meccanico ai veicoli alla preparazione del rancio) rendendo queste brigate corazzate un ottimo strumento per un attacco rapido che raggiunge i suoi obiettivi nel giro di pochi giorni. Nel momento però, e l’Ucraina ce lo sta dimostrando in pieno, in cui a queste brigate viene chiesto di sopportare uno scontro più prolungato di quanto preventivato, ed in questo caso anche con una resistenza più forte del previsto, esse mostrano tutti i loro limiti. In particolare, uno dei limiti che sta condizionando di più questa guerra è il fatto che, a differenza delle brigate corazzate occidentali, quelle russe attuano una avanzata “start and stop”.

Questo tipo di avanzata, specialmente nella guerra moderna che si basa su velocità e movimento, fa perdere ai russi l’iniziativa, che passa di conseguenza in mani ucraine e che sta riscuotendo i suoi successi. Un altro problema sempre collegato al settore logistico sta nel fatto che il personale addetto alla logistica all’interno delle brigate corazzate risulta essere nettamente inferiore a quello che generalmente sarebbe richiesto per mantenere la stessa brigata in piena efficienza. Basti pensare al fatto che l’equivalente occidentale delle brigate corazzate russe presenta, in termini numerici, il triplo del personale addetto alla logistica. Di fatto, gli ucraini, essendosi resi conto delle mancanze russe per quanto riguarda la logistica, hanno reindirizzato i loro attacchi stile guerriglia, contro i convogli rifornimento o le stesse unità logistiche delle brigate corazzate.

Se ci pensate, potenzialmente i russi potrebbero avere 10 000 carri armati perfettamente armati e puntati contro la capitale. Ma se a quei carri armati non arriva il supporto logistico necessario a mantenerli operativi, ma soprattutto non viene fornito loro il carburante, tale poderosa massa corazzata, sarà costretta a interrompere la sua avanzata dopo pochi chilometri e probabilmente senza nemmeno essere stata in grado di ingaggiare il nemico. Girando in internet possiamo trovare grandi quantità di video che mostrano mezzi russi di ogni sorta abbandonati dai loro equipaggi a bordo strada per l’assenza di carburante. A queste deficienze strutturali si aggiunge il generalmente basso livello di addestramento delle truppe russe che attualmente operano in territorio ucraino, rendendo la situazione ancora assolutamente incerta nel suo esito.