Erano le dieci di sera di un lunedì senza tante pretese quando iniziai a leggere “Il censimento dei radical chic”. Il libro tenuto tra le mani poggia su di un panciotto che sarebbe stato più adeguato per il guardaroba di mio nonno. Guardando i polsini della camicia a scacchi un brivido sinistro scorre lungo la schiena: “Sono io un radical chic? Potrebbero mai ucciderci a bastonate per aver citato Spinoza durante un talk show?”

Cos’è un radical chic? Partiamo dalla definizione: “Che o chi, per moda o convenienza, professa idee anticonformistiche e tendenze politiche radicali; sempre posposto” dice la Treccani, “Che riflette il sinistrismo di maniera di certi ambienti culturali d’élite, che si atteggiano a sostenitori e promotori di riforme o cambiamenti politici e sociali più appariscenti e velleitari che sostanziali” dice Oxford Languages. Lo sono? Ma soprattutto: “Potrebbero mai uccidermi a bastonate per aver citato Spinoza durante un talk show?”

Proprio così si apre infatti “Il censimento dei radical chic”, gioiellino di Giacomo Papi pubblicato da Feltrinelli per la prima volta nel gennaio 2019. Siamo in un’Italia non troppo difficile da collocare temporalmente seppur l’anno non venga mai nominato: è uno strano caso di presente distopico, non troppo distante dal presente reale, anzi, spaventosamente simile a quello che si vede nelle nostre home social tutti i giorni. Nel giro di due pagine “lo uccisero a calci, pugni e sprangate sul pianerottolo di casa, senza che nessuno dei vicini uscisse a vedere che cosa stava accadendo.”

In un clima di violenza e indifferenza (a tutti i livelli: indiffferenza dei carnefici per le vittime, considerate ceto a parte che ha condotto il Paese alla rovina con la loro supponenza, delle vittime per le altre vittime, ritenute non degne di far parte della loro stessa categoria, delle vittime per i carnefici, ritenuti troppo barbari e stupidi per essere degni di nota) generale, i radical chic o presunti tali accettano, almeno larga parte di essi, più o meno di buon grado di essere censiti. Oscuri presagi che già nei due anni intercorsi tra la pubblicazione del libro e di questo articolo stanno iniziando a prendere forma. D’altronde, come scritto dallo stesso autore prima dell’inizio: “I fatti narrati in questo libro accadranno.”