Siamo finalmente riusciti ad avere la prova dell’esistenza di un buco nero al centro della nostra galassia: Sagittarius A*

È stata una delle fotografie più ricercate nella storia della scienza quella scattata ieri, 12 maggio 2022; a tre anni dalla prima foto in assoluto di un buco nero, quello della galassia M87.

Lo storico scatto è stato il frutto del lavoro di più di 300 ricercatori di 80 istituti sparsi per tutto il pianeta ed è soprattutto il risultato della collaborazione internazionale Event Horizon Telescope (Eht); il contributo italiano è stato fornito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), dall’Università Federico II di Napoli e dall’Università di Cagliari.

Secondo quanto emerso dai ben dieci articoli sul The Astrophysical Journal Letters, il buco nero non è direttamente visibile dato che non emette luce, è possibile però osservare uno spesso anello di gas brillante, delle dimensioni che avrebbe se fosse intorno alla nostra Luna. Questo anello è prodotto dalla luce distorta della imponente gravità generata dal buco nero, il quale ha una massa pari a quattro milioni di volte quella del nostro Sole e dista da noi 27.000 anni luce.

Per riuscire ad ottenere questo storico scatto è stata impiegata una rete globale di otto radiotelescopi, compreso il più potente al mondo: L’ALMA (Atacama Large illimiter/sublimillimiter Array), al quale l’Italia ha partecipato attraverso l’European Southern Observatory (ESO) e ospitando il nodo italiano del Centro regionale europeo ALMA presso la sede dell’INAF di Bologna.

Questi radiotelescopi hanno funzionato all’unisono, come fossero un unico strumento ma delle dimensioni della Terra, i quali, puntati verso il cuore della galassia dall’aprile del 2017 e, come quando si opera una lunga esposizione con una macchina fotografica, hanno raccolto costantemente dati.

Rispetto al primo buco nero fotografato, nonostante fosse più vicino, quello al centro della Via Lattea è stato più difficile da fotografare a causa delle sue dimensioni più piccole e alla velocità di rotazione del gas.

Un risultato arrivato dopo cinque anni di lavoro, ma che segna una svolta storica nello studio dello spazio; ora si guarda però al futuro della ricerca e allo sviluppo di nuovi e sorprendenti strumenti che speriamo spianino la strada alla prossima esplorazione spaziale.

Fonte foto: https://www.focus.it/images/2022/05/12/la-prima-foto-del-buco-nero-sagittarius-a-_1500x1000.jpg