Cos’è il semi-presidenzialismo?

Ricollegandoci allo scorso articolo sulle forme di governo, la categoria del semi-presidenzialismo fu coniata all’incirca nel 1980 dal politologo francese Duverger. Questa forma di governo ricalca quella della Quinta Repubblica francese, Stato che per la prima volta ha realmente incarnato i requisiti dell’attuale semipresidenzialismo.

Come funziona?

Le caratteristiche principali sono:

– Elezione del presidente con voto popolare – direttamente o indirettamente – per un periodo prestabilito;
– La sua condivisione del potere esecutivo con un primo ministro, entrando così a far parte di una struttura ad autorità duale;
– Il presidente è indipendente dal parlamento, ma non gli è concesso di governo da solo o direttamente; e le sue direttive devono essere accolte e mediate dal suo governo;
– Anche il primo ministro e il suo gabinetto sono indipendenti dal Presidente nella misura in cui sono dipendetti dal parlamento: sono soggetti alla fiducia (o sfiducia) parlamentare e quindi necessitano del sostegno di una maggioranza parlamentare;
– Un potenziale elemento di debolezza potrebbe essere la coabitazione: la presenza di un primo ministro esponente di una maggioranza diversa da quella del Presidente, cosa che spesso accado quando le elezioni del Parlamento e del Presidente sono asincrone. Se gestita bene, può essere un’opportunità per entrambi di favorire sia il popolo che loro stessi e la loro immagine.

È un modello funzionale?

Questo modello, stando alle ricerche degli scienziati sociali, sembra aver avuto molto successo negli Stati che lo hanno adottato come appunto la Francia, ma anche il Portogallo e la Polonia. Risulta essere una forma di governo in grado di contemperare il potere e quindi produrre una leadership visibile, e nello stesso tempo la capacità di far fronte, senza troppi danni, all’eventualità di una maggioranza presidenziale non coincidente con quella parlamentare. Questo non avverrebbe ugualmente in un modello presidenziale, in quanto non ci sarebbe un governo in grado di mediare tra la maggioranza presidenziale e quella parlamentare.

Potrebbe funzionare in Italia?

In Italia potrebbe funzionare?
 Stando a quanto detto fino ad ora, sì. L’Italia, così instabile e frammentata, sia nella società che in parlamento, potrebbe tratte giovamento da questa forma di governo. Un Presidente della Repubblica eletto dai cittadini sicuramente darebbe più l’idea di rappresentante del nostro Stato, cosa che ad oggi è parzialmente mancante. Inoltre, all’interno del parlamento si continuerebbe ad avere un pluripartitismo che verrebbe gestito dalla presenza di un governo forte.

Attualmente il parlamento italiano ha perso molto potere per varie ragioni: frammentazione, ostruzionismo politico, franchi tiratori nelle votazioni a scrutinio segreto, governo predominante e invadente. Seppure il semi-presidenzialismo potrebbe comportare una riduzione dei poteri di fatto del parlamento, questi in realtà sono stati portati via già da decenni nonostante la forma di repubblica parlamentare presente. 


Risolverebbe tutti i problemi che affliggono l’Italia? Probabilmente no. Darebbe un buon margine di miglioramento al nostro Stato? Probabilmente sì.

La forma di governo migliore non dipenderà mai dall’ordinamento in sé, ma verrà trovata e applicata solo quando la classe politica deciderà di applicare un modello in funzione di rappresentare i cittadini nel miglior modo possibile, lasciando da parte i litigi, i dissing su TikTok e le discussioni su come e se censurare un cartone animato.