Parlamentarismo e Presidenzialismo

Parlamentarismo e Presidenzialismo, come il semi-presidenzialismo, sono forme di governo. Si sente sempre parlare di Italia quale forma di Repubblica Parlamentare, ma la stragrande maggioranza degli italiani non sa realmente cosa questo comporti. Ogni Stato ha una propria forma di governo ed opera secondo essa. La scelta di una forma di governo però, non implica una modalità di funzionamento univoca; vi possono essere innumerevoli differenze tra Stati che adottano la medesima forma di governo.

Questa è una delle ragioni per cui la stessa forma di governo può produrre effetti sensazionali in uno stato e portare risultati scadenti in un altro: il tutto dipende dalle circostanze, dal tipo di Paese, dai politici che la mettono in atto ed eventualmente anche dalla storia del Paese: è un Paese uscente da situazioni dittatoriali oppure che ha sempre avuto una storia di democrazia? Dipende anche dal tipo di popolazione, da come e quanto essa sia disposta ad accettare questa nuova forma di governo e interiorizzarla.

In Italia va avanti da anni il dibattito che vede protagonista il Presidenzialismo come forma di governo da applicare all’Italia in sostituzione al Parlamentarismo vigente. La domanda principale da porsi però è: a grandi linee, come funzionano Parlamentarismo e Presidenzialismo?

Cosa comporta il parlamentarismo

Il Parlamentarismo, in particolare quello italiano, comporta:

– L’ elezione indiretta del capo dell’esecutivo e del PdR, che sono due figure distinte;

– Potere di scioglimento delle camere attribuito al PdR. Il PdR è una figura con funzioni di garanzia, rappresenta lo Stato, nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e promulga le leggi;


– Il voto di fiducia tra parlamento e governo. Il Presidente del Consiglio, incaricato dal Capo dello Stato, riceve l’appoggio della maggioranza del Parlamento (formato da due Camere) e governa forte di questo appoggio;

– Spesso il governo, specie in situazioni di difficoltà, scavalca il parlamento divenendo anch’esso un organo legislativo.

Cosa comporta il presidenzialismo

Il presidenzialismo invece comporta:

– L’elezione diretta del capo dell’esecutivo, a sua volta figura che coincide Capo dello Stato;
– Il parlamento è anch’esso eletto direttamente dai cittadini;
– Il capo dell’esecutivo non ha il potere di sciogliere il parlamento;
– Il parlamento non può sfiduciare e sostituire il capo dell’esecutivo (eccezione: impeachment ovvero la messa in stato d’accusa);
– Esistenza di istituzioni separate che condividono i poteri;

– Quando il PdR ha anche una maggioranza – specie durante le elezioni sincrone – e può arrivare quasi a monopolizzare il potere possono esserci presidenze particolarmente forti;
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Ci sono anche opzioni di governo diviso, ovvero quando il colore politico del PdR è opposto a quello presente in maggioranza nel Parlamento, o anche solo in una delle sue due camere (ove presenti). 


Il presidenzialismo darebbe stabilità?

Quando c’è un governo diviso c’è anche un problema di identificabilità delle responsabilità: il presidente può accusare il parlamento di bloccare l’azione governativa, e viceversa. Non è facile per i cittadini attribuire eventuali responsabilità per politiche adoperate perché non si sa effettivamente chi le abbia incentivare e decise. A fronte di quanto appena detto, nella storia si può osservare come la maggior parte dei paesi che abbia adottato un sistema presidenziale (Paesi dell’America Latina o la Turchia) siano sfociati in dittatura o comunque in sistemi in cui il Capo dello Stato detenesse tantissimo potere.

Non bisogna prendere in considerazione solo gli Stati Uniti come metro di paragone per affermare che il presidenzialismo funzioni: gli statunitensi dispongo di un sistema “of checks and balances” dove le varie istituzioni controllano a vicenda l’operato proprio per non incorrere in abusi di potere da parte di uno di loro. Inoltre, non bisogna ritenere presidenziale un sistema in cui viene eletto direttamente dal popolo il capo dello Stato: questo avviene in Irlanda, Islanda e Austria ma i presidenti in questione sono “di facciata”, come afferma il politologo francese Duverger.

Si è invece constato come l’applicazione del semi-presidenzialismo sia stata di successo per molti Stati, forma ancora relativamente poco applicata ma che ad uno stato come l’Italia potrebbe portare tantissimo giovamento, come afferma anche il politologo italiano Giovanni Sartori: ma di questo parleremo in un prossimo articolo.