Tutte le volte che ho pianto

Si viene al mondo piangendo, e piangendo ce ne andiamo dal mondo, se si riesce ad avere il tempo per rendersi conto che ce ne stiamo andando. Nel frattempo, capita di piangere molte altre volte, per molti altri motivi: si piange di dolore, certo, ma anche di felicità, di stupore, di rabbia. Il pianto è il distacco, il cambiamento, l’inizio. Non solo nel titolo c’è il pianto, ma scorre come linfa nelle pagine di “Tutte le volte che ho pianto” di Catena Fiorello, edito da Giunti nel 2019. Il pianto può arrivare esaminando un sogno o un ricordo, anche quando il soggetto è in uno stato di pietrificazione: lì le lacrime sono il segno dello scioglimento, e da lì inizia la guarigione.

Il tradimento

Nel libro però si affronta un dolore troppo grande da elaborare anche per il pianto: il tradimento. Flora infatti narra le proprie vicende dopo la rottura con Antonio, marito che ha amato alla follia, in seguito ai reiterati tradimenti di lui. Dal tradimento si sviluppa il romanzo che, in un piacevole alternarsi di presente e flashback, delinea i tratti della vita di Flora e dei personaggi che intorno le fanno da coro e contraltare.

Uno sguardo ai personaggi

La figlia quindicenne Bianca, legatissima al padre, che sta entrando nella fase della propria vita in cui si iniziano ad avere i primi contrasti con i genitori; la madre anziana che non è mai riuscita a superare la prematura morte della figlia Giovanna; il ricordo della stessa Giovanna, che nel corso del romanzo avrà una forte evoluzione; il suo collega omosessuale, protagonista di vivaci spaccati su quanto sia complessa la vita di un uomo che ama persone dello stesso sesso in un piccolo paese della Sicilia; e infine Leo, uomo che Flora aveva frequentato vent’anni prima e del quale non ricordava nulla, al contrario di lui. Leo infatti costituisce la svolta nella narrazione della vita di Flora: tornato nel paese d’origine per girare un film, porta con sé un carico di ricordi che la protagonista aveva scordato o non aveva mai appreso.

La narrazione di “Tutte le volte che ho pianto” procede spedita, mentre pian piano si delinea il filo rosso che ne lega ogni pagina: piangete ma non rimpiangete. 

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