L’arma “nucleare” finanziaria è stata sganciata nella giornata di lunedì, ma l’Unione europea prende tempo per definire l’elenco definitivo delle banche russe da fermare con il blocco dello Swift. Lo ha annunciato l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell. “Crediamo che si debbano tenere aperte delle possibilità finanziarie perché si possano mandare soldi alle famiglie o pagare cose che sono necessarie”. Non saranno colpite, insomma, tutte le banche russe. “E’ stato congelato circa il 50% delle riserve della banca centrale perché sono le riserve tenute in Paesi nel G7. Puntiamo alla ricchezza dell’elite putiniana”. Dice ancora l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell in conferenza stampa confermando l’accordo politico dei ministri degli Esteri Ue sull’esclusione selettive di alcune banche russe dallo Swift. “Stiamo lavorando sul campo di applicazione” della misura, ha aggiunto.
Per capire l’impatto che può avere tale opzione per le finanze russe, bisogna comprendere come funziona il sistema che fa girare i pagamenti nel mondo: la “Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication” infatti è un sistema di messaggistica sicuro, universalmente accettato, per chiudere velocemnete i pagamenti di beni, servizi, materie prime, prodotti energetici; attualmente la swift conta più di 42 milioni di messagi scambiati ogni giorno tra ordini, scambi di valute, vendite e acquisto, con oltre 11000 azienda e istituzioni finanziarie aderenti sparse nei 200 paesi aderenti al sistema.
A mancare all’appello, dunque, per dare l’ok all ‘esclusione della Russia, sono la banca centrale belga, la FED, la banca del Giappone e la BCE; ciò deriva dal fatto che questi stessi enti mantengono tutt’ora, in temo di totale crisi, rapporti economici/finanziari importanti con l’oligarchia russa, la quale conosce certamente le debolezze finanziere dell’occidente.