Dopo El Salvador, la Repubblica Centroafricana è il secondo Paese al mondo ad adottare il Bitcoin come moneta in corso legale, affiancandola così alla presente moneta, il Franco CFA. Si tratta del primo Stato Africano a fare un tale passo, in modo da cercare di risollevare l’economia del paese. Secondo le Nazioni Unite, la Repubblica Centroafricana è il secondo paese meno sviluppato al mondo e con l’adozione di Bitcoin cerca una via uscire dall’arretratezza generale che continua ad affliggerlo. La Repubblica Centroafricana è un paese “nuovo”, un’ex colonia francese che ha ottenuto l’indipendenza formale nel 1960, ma che ancora oggi manifesta parecchie difficoltà e si mostra ancora molto dipendente dal suo ex colonizzatore. Ha un’economia basata principalmente sulle raccolte minerarie, di oro e diamanti, di petrolio e di uranio. La situazione economica del paese ha fatto sì che vi fosse un divario enorme tra ricchi e poveri, infatti la maggior parte della popolazione vive in povertà assoluta. Ciò ha causato spesso e volentieri ribellioni e guerre civili all’interno del paese, facilitate anche dai contrasti religiosi. La situazione
sociale e politica è quindi abbastanza delicata.

A tal proposito è arrivata giorno 27 aprile la notizia secondo cui l’assemblea nazionale ha approvato all’unanimità l’adozione di Bitcoin come moneta in corso legale, insieme al Franco CFA. Si tratta di una scelta rischiosa, ma allo stesso tempo ragionata, con lo scopo di risollevare l’economia e cercare di aumentare l’inclusione finanziaria all’interno del Paese. Il presidente Touadera sostiene che il Bitcoin sia una moneta trasparente e neutrale, di utilizzo universale. E’ fondamentale quindi la forte impronta inclusiva che dà questa moneta, infatti si tratta non solo di inclusione economica, ma anche sociologica, permettendo a un sempre maggior numero di persone di essere incluse all’interno del mondo finanziario.

Non hanno tardato ad arrivare le critiche, dal momento che da un lato solo l’11% della popolazione ha accesso ad una connessione ad Internet e persino all’elettricità. Inoltre il Fondo Monetario Internazionale (FMI), si era già mostrato sfavorevole all’adozione di Bitcoin con El Salvador, in quanto la volatilità della criptovaluta potrebbe nuocere all’economia poco robusta di un tale paese. Se questi sono i contro, sono altrettanti i pro dell’adozione del Bitcoin, in quanto, non solo aumenta l’inclusione della popolazione
all’interno dei mercati, ma, prendendo il caso di El Salvador, il PIL è cresciuto notevolmente nell’ultimo anno. C’è chi vede, oltre a tutto ciò, un legame con la Russia, con la quale il Paese africano ha stretto rapporti nel 2018.

L’adozione potrebbe essere lo strumento con cui la Repubblica Centroafricana potrebbe permettersi di iniziare ad allontanarsi progressivamente dalla dipendenza francese e ad avvicinarsi così sempre più alla Russia. Tale strumento permetterebbe inoltre di aggirare gran parte delle sanzioni che stanno colpendo il Cremlino a causa dell’invasione dell’Ucraina. Il Bitcoin, essendo appunto una valuta neutra anche a livello geopolitico, permetterebbe di scavalcare tali sanzioni e a rafforzare un asse con la Russia anti-colonialista verso la Francia per questioni nazionali come quella dello lo sfruttamento minerario.