Era il 23 maggio del 1992 e l’asfalto sconquassava lungo l’autostrada A29 di Palermo.
Quel giorno persero la vita il giudice Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della sua scorta, a causa di un attentato noto come “la Strage di Capaci” in cui Cosa Nostra rivelò la sua più alta dose di vigliaccheria.

Da quel giorno tutto cambiò e in particolar modo la vita del giudice Paolo Borsellino: amico di sempre e collega di Falcone, con il quale condivise segreti e indagini sullo Stato e la mafia siciliana, rivoluzionando per sempre la concezione della mafia e colpendola colpo su colpo.


Borsellino sapeva bene che prima o poi la mafia avrebbe ucciso anche lui ed è quello che accadde esattamente 57 giorni dopo l’attentato al fraterno amico Giovanni Falcone.
Paolo Borsellino sapeva che Capaci era la firma della sua condanna a morte. Sapeva che era pronto il tritolo anche per lui. Nonostante ciò, non si è mai arreso, continuando a lottare, in nome dello Stato, contro il cancro più grande di questa terra, la mafia.


Era il 19 luglio 1992 e via D’Amelio diventa la scena dell’ennesimo carico di tritolo esploso, uccidendo il giudice Paolo Borsellino insieme agli agenti della sua scorta: Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.


Alla luce di quanto accaduto in quegli anni, è nostro sacrosanto dovere più che mai, rendere omaggio e onore a uomini come loro, continuando a portare avanti una lotta che non può essere combattuta da sola, ma che ha bisogno di tutti noi:
I veri uomini d’onore.
Perché l’onore non si compra, non si ricatta, non uccide, non mente.


L’onore splende sul volto di colui che compie fino all’ultimo giorno della sua vita il proprio dovere, decidendo di non scendere a compromessi e di respirare quel “fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale” opponendosi all’omertà, all’indifferenza, alla corruzione e a tutto ciò che possa nuocere del male al prossimo.


Oggi più che mai siamo fieri di essere la gioventù di Paolo Borsellino e finché avremo fiato, faremo il tifo per lui.
Faremo il tifo per loro.
“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”.
Paolo Borsellino