Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha detto di aver avuto un colloquio telefonico con il collega russo Vladimir Putin, arrivando ad ottenere una proroga del contratto di fornitura di gas russo alla Serbia a un prezzo decisamente favorevole: esso sarà notevolmente più basso di quello praticato sui mercati mondiali e di quelli che pagano gli altri Paesi europei. Finora Belgrado ha pagato il gas russo 270 dollari per mille metri cubi. L’accordo prevede una durata di 3 anni.


Con Gazprom, ha affermato il presidente serbo, verranno concordate le quantità precise nelle forniture alla Serbia. Vucic a questo riguardo ha detto di aver fatto presente a Putin come il crescente sviluppo economico e il processo di industrializzazione della Serbia abbia aumentato il fabbisogno e le quantità di gas utilizzato. “Se tutto andrà per il meglio e si realizzeranno le intese concordate con Putin, avremo forniture sicure per l’inverno, e dopo i colloqui con Gazprom sulle quantità potremo sapere di preciso quanto ci costerà il metro cubo di gas”, ha detto Vucic che ha ringraziato la parte russa per la correttezza mostrata nella trattativa.

Con il presidente russo, Vucic ha parlato anche dei rapporti bilaterali e della guerra in Ucraina esprimendo l’auspicio di Belgrado per una rapida conclusione del conflitto armato e per il ritorno della pace. Vucic è da sempre vicino a Vladimir Putin e il suo governo non ha mai scelto di imporre sanzioni a Mosca: si è limitato solo a una condanna verbale. Per quanto riguarda Gazprom, c’è da sottolineare che l’azienda ha il monopolio sul mercato del Paese e ne controlla l’industria petrolifera.


Nonostante questo però, la situazione politica in Serbia sta vivendo un periodo particolare da mesi. Questo è dovuto principalmente a Vladimir Putin, poiché con la guerra in Ucraina e la sua forte volontà di rendere il Donbass indipendente ha creato delle problematiche molto elevate alla Serbia riguardo alla rivendicazione del Kosovo. Oltre a questo bisogna dire che la Serbia, essendo anche un paese candidato all’entrata nell’UE, deve sempre essere attenta a non favorire una delle due parti.