Ancora una volta, l’Open Balkan è oggetto di critiche da vari attori politici dei paesi che potrebbero aggiungersi alla cooperazione di Albania, Macedonia e Serbia.

Nei scorsi mesi, nonostante i vari incontri e comizi, i Premier dei 3 Paesi hanno subito forti critiche dai loro colleghi e dal loro popolo. In tutte queste grandi “rivolte”, ciò che unisce tutti i vari popoli e politici delle nazioni coinvolte e che potrebberlo esserlo, è la grande preoccupazione di vedere la Serbia come unica e incontrastabile potenza politica della regione. Secondo molti infatti, nonostante l’Albania possa aumentare molto le proprie esportazione e cercare di accorciare il distacco economico con la Serbia, quest’ultima continuerebbe a guadagnare ancora molto di più, essendo la nazione che ha più esportazioni nella regione, aumentando così il proprio potere politico-economico.

Come se non bastasse, la guerra in Ucraina, ci fa capire che i paesi della regione hanno bisogno di patner riguardo assicurazioni per il gas, la Serbia essendo il miglior alleato europeo della Russia garantirebbe questo a tutti gli altri paesi della ragione, comportando ad una totale dipendenza energetica da essa.

Inoltre la situazione politica dei vari paesi balcanici, esclusi Slovenia e Croazia, è particolarmente altalenante: la Bosnia che rischia un’escalation a Ottobre, una Bulgaria con un’economia che peggiora, l’Albania che ha Sali Berisha – leader dell’opposizione – non grata negli Usa e negli UK, una Macedonia del Nord che ogni anno sembra dover cedere sempre qualcosa ad altri paesi, il Kosovo che si ritrova di nuovo a essere rifiutato dalla Serbia per un riconoscimento reciproco perché a Vucic non va a genio Kurti e un Montenegro, che nonostante storicamente ha avuto sempre ottimi rapporti con la Serbia, ultimamente ha avuto dei scontri e contrasti legati alla libertà religiosa e deve di nuovo concedere diversi monasteri alla Serbia.

Se analiziamo queste situazioni, sembra chiaro che la Serbia è il leader incontrastato della regione, sembra averlo capito il presidente montenegrino Milo Djukanović il quale ha dichiarato che l’obiettivo reale dell’Open Balkan non è la cooperazione tra i paesi della Pensiola Balcanica e migliorare l’Economia, ma bensì la distruzione degli altri paesi più piccoli. La più grande paura di Djukanović è che l’Albania e la Serbia possano diventare sempre più potenti. Djukanovic inoltre ha dichiarato che secondo lui l’obiettivo finale sarebbe quello di cambiare i confini di Kosovo, Macedonia, Bosnia e Montenegro.

Sinceramente sembrano dichiarazioni di fantapolitica, poiché è difficile immaginare alleati due stati come Albania e Serbia che hanno alleati internazionali decisamente diversi. Nonostante questo però, queste continue preoccupazioni e proteste, mostrano chiaramente la fragilità del progetto.