“è chiaro e facile da comunicare e fornisce un solido ancoraggio per le aspettative di inflazione, essenziale per mantenere la stabilità dei prezzi. Sostituisce la precedente formulazione, che è stata ampiamente considerata troppo elaborata e che occasionalmente ha dato origine a percezioni errate sulle aspirazioni del Consiglio direttivo”. È con queste parole che Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, ha spiegato il principale risultato della revisione della strategia di politica monetaria dell’istituzione di Francoforte. Il nuovo obiettivo di inflazione al 2%, comunicato oggi dalla BCE (il quale ha votato all’unanimità la decisione sulla revisione della strategia), è stato definito ‘’simmetrico’’, in quanto, secondo lo stesso presidente, “significa che deviazioni negative e positive dell’inflazione dall’obiettivo sono ugualmente indesiderabili”. è dunque chiaro come il consiglio direttivo sia fortemente convinto di come vicino al limite inferiore dei tassi di interesse nominali serva un’azione di politica monetaria particolarmente energica o persistente per evitare che si affermino deviazioni negative dall’obiettivo di inflazione (il quale “potrebbe” anche implicare un periodo transitorio in cui l’inflazione è moderatamente al di sopra, o addirittura al di sotto, dell’obiettivo). Per la BCE, oltre l’insieme dei tassi di interesse, saranno fondamentali alcuni strumenti precedentemente utilizzati nel corso degli anni, dalla forward guidance agli acquisti di asset, permettendo al consiglio direttivo di tenere conto, nelle decisioni di politica monetaria, di altre considerazioni rilevanti per il perseguimento della stabilità dei prezzi.

è bene precisare però che anche l’Eurotower ha fatto sapere che il suo obiettivo sarebbe simmetrico, non ha fatto alcun riferimento specifico alla tolleranza di un superamento dell’inflazione dopo lunghi periodi di crescita dei prezzi ultra-bassa: tale notizia infatti ha appesantito le Borse europee, che accentuano perdite percentuali importanti. Ciò consiste in una possibile delusione per gli investitori che stavano cercando un tale impegno che avrebbe assicurato uno stimolo ben oltre la ripresa. Milano perde il 2,68%, Parigi e Londra rispettivamente il 2,28% e l’1,83% e anche Francoforte è in forte ribasso, dell’1,81%. Ma sui mercati prevale anche il pessimismo riguardo alla ripresa economica, e alle minacce rappresentate dalla diffusione della variante Delta, nonché al fatto che la Fed potrebbe avviare il tapering prima del previsto.