USA 2026: nasce la lista degli stronzi

Siamo alla metà del 2022 e ormai sappiamo da tempo come sono andate a finire le elezioni presidenziali americane del gennaio 2021: con vittoria di Joe Biden e la sconfitta di Donald Trump. Cosa sarebbe accaduto però se il pettinatissimo repubblicano dal color mandarancio avesse trionfato? Ci troviamo catapultati nel 2026. Questo è l’anno in cui è ambientato il romanzo “La lista degli stronzi” di John Niven, edito in Italia da Einaudi nella traduzione di Marco Rossari.

La Presidente Ivanka Trump

Nell’impossibilità costituzionale di proseguire il proprio mandato presidenziale per più di otto anni, Donald Trump lascia il testimone alla prima donna Presidente nella storia degli Stati Uniti: sua figlia, Ivanka Trump. Le armi sono vendute nei supermercati, e sono più facili da acquistare rispetto al pane… Ah, è già così lì… Ma nel 2026 dell’era trumpiana, tra un “muro della vergogna” al confine con il Messico e campi di concentramento per i latinos, ancora di più. E più armi = più sparatorie.

La lista di Frank Mill

È una sparatoria in una scuola a portare via prematuramente Pippa e Adam, rispettivamente la moglie e il figlio minore di Frank Bill, il protagonista del romanzo. Un aborto riuscito male, per via della sua condizione di illegalità in tutti gli Stati Uniti, è la causa della scomparsa della figlia primogenita di Frank, Olivia. Frank è un uomo solo, sconfitto dalla vita e schiacciato dalla ferocia della politica del suo Paese. Anche l’unica cosa che gli è rimasta, il suo stesso corpo, si rivolta contro di lui. A Frank viene infatti diagnosticato un cancro che gli lascia solo pochi mesi di vita. Come impiegare l’ultimo, estremo e breve, segmento di vita? Con la vendetta. Sono cinque i personaggi che rientrano nella personale “lista degli stronzi” da eliminare di Frank Mill. Obiettivo finale non può che essere il venerato Donald Trump.

Un thriller spietato e comico

Quello scritto da John Niven è un thriller spietato e cinico ma al contempo amaramente comico. Un capolavoro di satira bieca e senza pace, diretta non tanto nei confronti del potere classicamente preso di mira, già abbondantemente sbeffeggiato nei quattro anni della presidenza Trump, ma nei confronti di quella folla oceanica, tanto rumorosa quanto rapida a nascondersi quando il vento della storia cambia. Quella folla che si gonfia portando in alto l’orribile dittatore o wanna be tale. Nel 2026 di John Niven l’America è il quadro di un incubo, ma milioni di americani hanno votato per dipingerlo.

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