La Federal Reserve Bank, o Fed, è la banca centrale degli Stati Uniti. Si tratta di un’istituzione distaccata dallo Stato che ha il compito di gestire la politica finanziaria statunitense, ma ha un forte impatto anche sui mercati finanziari mondiali, essendo gli Stati Uniti la prima economia mondiale. Qualche giorno fa è arrivata la notizia secondo cui la Fed abbia deciso di aumentare i tassi d’interesse di 75 punti, portandoli da un valore tra 0,5% e 0,75% ad un valore tra 1,5% e 1,75%.

Si tratta di una manovra di politica monetaria molto forte, dal momento che un maxi-rialzo del genere non si vedeva dal 1994. La decisione della Fed, come ha riferito il suo presidente, Jerome Powell, è stata presa per contrastare la forte inflazione, che ad oggi ha superato le previsioni negli Stati Uniti, registrando un tasso di 8,6%. L’idea della banca centrale statunitense sarebbe quella di aumentare ulteriormente i tassi di interesse entro la fine dell’anno, portandoli circa ad un valore di 3,4%, con lo scopo di combattere il caro-prezzi e centrare il target d’inflazione al 2%.

grafico tassi di interesse nell’ultimo anno
grafico tassi di interesse a lungo termine

Ma come e perché la Fed ha preso questa decisione? La banca centrale statunitense, come anche la BCE in Europa, controlla la stabilità monetaria attraverso la vendita o l’acquisto di titoli governativi. Se la banca ritiene necessario abbassare i tassi di interesse, acquisterà titoli in gran quantità, introducendo così liquidità nel sistema bancario. Se la Fed, al contrario, ritiene che sia il caso di aumentare i tassi, venderà tali titoli. Come si traduce tutto questo per i cittadini?

La banca centrale decide che c’è bisogno di aumentare i tassi di interesse per stimolare un’economia in rallentamento e frenare l’inflazione. Ciò significa banalmente che la banca ha deciso di aumentare il costo del denaro, rendendo più difficile l’accesso al credito, in quanto prendere denaro in prestito diventa sempre più caro. Considerando il periodo di forte incertezza economica legata a vari eventi, tra cui lo shock della guerra in Ucraina, tutto ciò si riflette spingendo piccoli e grandi investitori ad una propensione minore al rischio, con conseguenti performance negative sui mercati azionari. La conseguente diminuzione della domanda, si traduce quindi in un abbassamento generale dei prezzi.

In un mondo globalizzato, ciò che accade nel resto del mondo ha delle forti ripercussioni sull’economia globale, anche sugli Stati Uniti nonostante siano la principale potenza economica. In conclusione, è d’obbligo da parte delle banche centrali, della Fed in questo caso, intervenire con accuratezza per mantenere o ristabilire l’equilibrio nella politica monetaria.