Scarse tutele per le lavoratrici

In Italia ci sono all’incirca 9 milioni e 776 mila (dati Istat relativi agli inizi del 2022) lavoratrici donne ma, com’è ormai noto, le tutele sono sempre troppo scarse. Da un congedo di maternità ridicolo pari a malapena a 5 mesi, a uno stipendio inferiore a parità di mansioni rispetto ad un collega uomo, al non avere una legge per il congedo mestruale.

Dolori e problematiche delle mestruazioni

Le donne che soffrono le mestruazioni, fenomeno correttamente definito con il termine “dismenorrea”, sono tantissime. Molte soffrono in silenzio, altre prendono un giorno di malattia se possono, altre ancora ricorrono ai FANS per attenuare il dolore. Ma perché non se ne parla? I motivi sono tra i più disparati. Le mestruazioni e il ciclo mestruale sono ancora visti come un tabù. Avere le mestruazioni è ancora sintomo di vergogna. Spesso e volentieri chi soffre di dolori mestruali non viene capita e anzi, spesso si sente accusata di stare esagerando. I dolori mestruali durano in genere dal 1° giorno al 3° giorno, ma spesso possono interessare la donna anche a partire da qualche giorno prima della mestruazione. Il problema non è solo il dolore in sé per sé, ma anche tutti i sintomi associati alle mestruazioni in generale: nausea, stanchezza, vomito, mal di testa e un malessere che può diventare insopportabile.

Il congedo mestruale nel mondo

“Tale patologia – spiega il Dott. Claudio Paganotti – colpisce il 50-90% delle donne in età fertile e, nella maggior parte dei casi, è di origine primaria, cioè non è secondaria ad altre malattie”. Molti Stati hanno approvato il congedo mestruale, ma anche molte aziende hanno inserito nei loro regolamenti il congedo. La Nike ha inserito il congedo mestruale nel proprio codice di condotta sin dal 2007 e in Giappone alcune aziende avevano adottato il «seirikyuuka», cioè il congedo, addirittura nel 1947 e un anno dopo la stessa pratica era stata introdotta in Indonesia.

Più recentemente, il congedo per le donne che soffrono di dismenorrea è stato adottato anche in Sud Corea (nel 2001) e a Taiwan (nel 2013). In Oriente esiste infatti la credenza che se le donne non si riposano nei giorni del ciclo avranno poi numerose difficoltà durante il parto: il permesso, dunque, è vissuto come una forma di protezione della natività.

Il congedo mestruale in Europa

A livello europeo, c’è solo uno Stato con una legge in merito: la Spagna. Una legge del 2022 riconosce il congedo, dal primo giorno e per il tempo necessario, solo ed esclusivamente nel caso di una sindrome certificata da un medico competente. La legge spagnola potrebbe essere considerata un’apripista per eventuali leggi simili all’interno dei paesi europei.

La proposta di legge in Italia

In Italia una proposta di legge è già stata presentata. Nel lontano 2016, quattro deputati (Mura, Sbrollini, Iacono e Rubinato) hanno depositato presso la Camera una proposta di legge per tutelare la donna che soffre di dismenorrea. La proposta prevedeva un congedo di massimo 3 giorni al mese, con un’indennità pari al 100% della retribuzione giornaliera. I giorni di congedo non si sarebbero potuti equiparare ad altre cause di assenza dal lavoro, a partire dalla malattia. Un medico avrebbe dovuto certificare la dismenorrea e il certificato consegnato al proprio datore di lavoro. La legge è completamente naufragata.

Il congedo della ditta Ormesani

A livello aziendale invece, la ditta Ormesani è stata la prima in Italia (nel settembre 2022) ad approvare un giorno al mese di congedo mestruale 100% pagato, ma solo alle donne che soffrono di endometriosi dolorosa o ovaio policistico, condizioni che possono rendere le mestruazioni estremamente dolorose.

Polemiche sul congedo

Molte sono le donne contrarie ad una legge sul congedo mestruale. Questo perché a detta di queste ultime una legge del genere riporrebbe le donne ad un gradino ancora più basso rispetto agli uomini, andando ad erodere le battaglie per la parità dei sessi. Alla base della legge c’è però un concetto da appurare. Uomo e donna sono biologicamente diversi e come tali hanno necessità diverse. Appurare queste necessità non andrebbe ad aumentare le differenze, bensì ad appianarle.

Immagine di copertina da Mail&Guardian.