Negli ultimi anni Facebook è stato al centro di numerosi scandali riguardanti la materia del diritto ed in particolare il diritto alla privacy e la tutela dei dati personali. Abbiamo già assistito, numerose volte, a casi in cui la legislazione in vigore non è riuscita a frenare il gigante blu di internet, nonostante aree geografiche come l’Unione Europea siano protette da strumenti potenti come il GDPR. Tuttavia, il potere dell’algoritmo sembra essere inarrestabile, in particolar modo dal diritto di internet, che non riesce a tenere il passo con l’avanzamento tecnologico e non può fare altro che inseguirlo senza mai arginarlo, ma il sistema del “mettere toppe” sembra lasciare qualche pezzo scucito. 

Il caso trattato all’interno di questo articolo, tuttavia, potrebbe essere visto come una discriminazione al contrario, un favoritismo. Il gioiello di Mark Zuckerberg sembra infatti aver stilato una “lista bianca” in cui sono inseriti i profili utenti di vip e personaggi famosi al cui sarebbe garantita la possibilità di violare le norme di Facebook, soprattutto per quanto riguarda i contenuti diffusi come le fake news o le notizie diffamatorie. L’indagine, portata avanti dal Wall Street Journal, ha scovato all’interno della lista nomi appartenenti al mondo della politica, dello sport, della cultura e del giornalismo, i quali non devono sottostare ai rigidi “termini e condizioni” dell’app.  Tale lista è stata sviluppata grazie all’utilizzo del programma “XCheck”, appositamente creato da Facebook per il monitoraggio degli account di “alto profilo”, consentendo a circa 5,8 milioni di utenti VIP di usufruire di questo trattamento speciale; ciò consisterebbe non solo nel sorvolare le regole del sito, ma anche in un bypass delle revisioni di moderazione “ex post” nonostante i post possano far riferimento a informazioni violente o vietate, le quali normalmente condurrebbero a sanzioni per gli utenti. Questi contenuti sembrano proprio usufruire di “corsie” privilegiate, in grado di arginare i sistemi interno di fact-checking. 

Oltre a costituire un sistema di favoritismi, tale meccanismo risulta particolarmente dannoso in quanto i contenuti diffusi sono in grado di rendere virale un trend, che può generare discordia da un punto di vista emotivo e narrativo. Uno dei temi più citati e sottoposti a questo meccanismo di esenzione dalle regole è stata la gestione della pandemia, nonché l’ostico tema dei vaccini.  Ciò ha fatto sì che il sistema di favoritismi attuato da Facebook gli si ritorcesse contro, in quanto negli ultimi mesi Facebook si è dimostrato impegnato nella rimozione delle fake news, in particolar modo di quelle portate in superficie dalla pandemia. Nonostante ciò, l’esistenza di queste white lists sembra far pendere la bilancia a sfavore di Facebook, rendendo la lotta alla disinformazione online più complessa, in quanto tale sistema porterebbe ad una politica di moderazione su due livelli, distinguendo gli utenti normali dagli “influencer”, ai quali è garantito più spazio d’azione in modo anche da aumentare l’engagement della piattaforma e i profitti derivanti dai sistemi di “advertising”.

Questo sistema preferenziale non ha solo favorito la diffusione di fake news: è stato reso noto lo scandalo che ha coinvolto il calciatore professionista Neymar nel 2019, il quale ha pubblicato una foto di una donna senza vestiti che lo aveva accusato di stupro, mostrandolo agli occhi di decine di milioni di fan, prima che il contenuto fosse rimosso. Certamente, i tempi impiegati per l’azione sono stati decisamente più lunghi rispetto al tempo che si sarebbe impiegato se si fosse trattato di un utente semplice. 

Questo scandalo invita a riflettere ancor di più sul peso dei social sul discorso pubblico: l’accusa rivolta a Facebook non è, ovviamente, circoscritta all’esistenza di queste corsie preferenziali, quanto all’insufficiente impegno di combattere la disinformazione online, giovando agli interessi di coloro che potrebbero trarre profitto dall’aumento di fake news. Questo “privè” di utenti, inoltre, non sembra fare altro che alimentare questo circolo strabordante di false notizie, andando ancor di più ad impattare sulla società odierna, in quanto oltre all’uso e alla fama della piattaforma, un ruolo fondamentale è costituito dalla popolarità dell’utente preso in questione, che potrebbe velocizzare i tempi di diffusione della notizia.