Se anche gli angeli faticano a trovare le parole, è normale che la stessa difficoltà possano trovarla gli uomini, specie nel parlare di “Dancing Paradiso” di Stefano Benni (Feltrinelli, 2019). Opera quanto mai peculiare: trattasi di una lunga poesia narrativa di settanta pagine, nei cui versi vengono presentate e si intrecciano le vicende di cinque personaggi. Più un angelo angelica. E un locale.

Il Dancing Paradiso di Stefano Benni

Proprio il locale, il Dancing Paradiso, è la meta di queste figure. In una metropoli vorticosa e crudele, topos della narrativa di Benni, rappresenta un ritrovo “dove non bisogna essere buoni per entrare / Accettano anche le carogne / E qualche volta le fanno cambiare”. A guidarli lì sarà l’angelo angelica, che è uno di quegli “angeli che scelsero gli uomini / Né ribelli né santi, in tutto a voi simili / Nell’imperfetta passione e nella speranza / Tormento e sofferenza ebbero in dono / Non han rimpianto di quel cielo lontano”.

I personaggi

Strofa dopo strofa presentano se stessi i personaggi. Il pianista triste Stan, che sa che “è importante ciò che non si suona”. Elvis, che era “un bel cantantino, un ragazzo carino”, con “una famiglia noiosa e normale / Che aspettava la fine come il resto del mondo”, ma che ha scoperto quanto”è stato facile diventare cattivo”, così si è chiuso in casa ad hackerare cassette di sicurezza con l’obiettivo di porre fine alla sua esistenza con uno spettacolare attentato terroristico. Lady, poetessa raffinata e triste alcolista, che sa che “una signora per bene non dovrebbe suicidarsi”, ma ci pensa spesso lo stesso. Amina, “pallida con la bellezza / Di un fiore cresciuto su un muro”. Infine Bill, un tempo Bill il Bello, che tra gli incubi chimici degli antidolorifici aspetta recluso in una clinica che la morte ponga fine ai tormenti di una lunga vita.

La perdita della speranza

Filo comune che lega cinque esistenze diverse in tutto è la perdita della speranza, che l’angelo angelica cerca di far recuperare loro. L’idea è quella di un’ultima notte al “Dancing Paradiso” di Stefano Benni. Dopodiché, eventualmente scegliere in autonomia se e come concludere le proprie esistenze. Questo porta queste anime a conoscere la propria reciproca solitudine. Lì un concerto di assolo struggenti, strepiti di batteria, blues malinconici e versi comici e graffianti si fondono in un’unica melodia polifonica: una strada per la salvezza viene indicata agli uomini, sta a loro scegliere se seguirla o meno. 

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