Acquisita la consapevolezza, da parte degli alti comandi russi, del fatto che oramai insistere con l’avanzata nel nord dell’Ucraina, rappresenta solo un consumo infruttuoso di energie, l’Armata russa, ha quasi completato il suo nuovo dispiegamento offensivo. Partendo dall’abbandono del Nord, possiamo dire che le forze armate russe hanno completamente abbandonato l’assedio di Kiev e stanno retrocedendo verso i confini Biellorussi, lasciandosi alle loro spalle i segni dell’occupazione. In questa risultano evidenti le già note carenze per quanto riguarda la logistica. Di fatto, ma con un focus complessivo su tutte le forze impiegate, ad oggi, si rileva la perdita da parte russa si 2710 veicoli (ripartiti fra carri armati, autoblindo, mezzi contraerei, camion e assetti vari). Un dato interessante che esce da questi numeri è rappresentato dal fatto che ben oltre il 30% di queste perdite risultano essere mezzi abbandonati dal personale russo e entrati in possesso delle forze ucraine. Questo forte abbandono di mezzi e in parte riconducibile alle difficoltà di approvvigionamento che stanno caratterizzando i movimenti russi fi dall’inizio di questa guerra. Nonostante queste pessime prestazioni del settore logistico, le truppe russe, per quando scoraggiate e non più al 100% delle loro possibilità stanno comunque riuscendo a completare il loro dispiegamento tattico. Questo dispiegamento va ora a concentrare lo zoccolo dure delle forze dell’Armata Russa verso il sud del paese. L’obiettivo più probabile delle forze russe, in questo momento, è quello di riuscire a ottenere il completo controllo della regione del Donbass, riuscendo al contempo a creare un corridoio sicuro che collegi la Crimea al resto delle regioni sotto il controllo russo. La conquista di questi territori, anche se rappresenta un obbiettivo estremamente ridimensionato rispetto a quello con il quale il nuovo Zar si è cimentato in questa impresa, porterebbe comunque diversi vantaggi al Cremlino, come ad esempio il controllo totale sul Mar D’Azov. Oltretutto, concentrando la propria offensiva nel Donbass, l’esercito russo si mette al riparo, venendosi a trovare fuori dal loro raggio d’azione, di tutti quegli assetti occidentali (vedi AWACS) fino ad ora rivelatisi vitali per gli ucraini. Questo però non vuol dire che la loro avanzata sarà piu semplice in quanto le forze regolari e non ucraine solo pronte e in attesa di sorreggere l’urto dell’avanzata nemica, come dimostrato ampiamente dalla resistenza della città di Mariupol che, nonostante circondata dall’inizio della guerra ancora resiste (anche se sempre più a stento).

Pur sottolineando la tenacia della resistenza ucraina, è più che probabile il fatto che i russi raggiungeranno questo nuovo e ridimensionato obiettivo in quanto la mole della forza armata russa e semplicemente troppo preponderante per essere arginata se concentrata in un unico punto (questo anche al netto di tutti gli errori che sono stati commessi e che probabilmente continueranno ad essere commessi dai russi stessi.)

Nell’attesa dello svolgersi degli eventi, sottolineo come questo nuovo assetto sul campo, se portato a compimento dai russi, potrebbe segnare la fine di questa fase della guerra ed aprire il tavolo alle vie diplomatiche. Questo non per arrendevolezza da parte ucraina o per bontà da parte russa, ma semplicemente perché entrambi i contendenti cominciano ad avvertire il peso di più di un mese di combattimenti e quindi per consunzione potrebbero non essere in grado di continuare un conflitto ad alta intensità come quello che si è svolto fino ad ora.