Nuovi lockdown
La Cina ha messo nuovamente in lockdown milioni di persone per poter contenere la diffusione del virus Covid-19. Sono colpite varie città industriali quali Shenzhen, Guangzhou, Dalian, Chengdu e Shijiazhuang. In questo modo continua la politica “zero Covid” della Cina, portata avanti dal governo cinese.
A Dalian, che si trova nel Liaoning, il nuovo lockdown colpisce circa la metà dei suoi 6 milioni di abitanti, le cui misure dureranno circa cinque giorni.
Nella città di Shenzhen, nel Guangdong, la restrizione riguarda quattro distretti.
La situazione nei distretti
A Guanzhou, capoluogo del Guangdong, sono stati rinviati i rientri negli asili nido, nelle scuole primarie, medie e superiori. Gli studenti rientrati già a scuola sono tornati a casa. Sono stati ridotti i servizi pubblici di autobus e metropolitana.
Per i 21 milioni di abitanti della città di Chengdu, capitale del Sichuan, scatta l’ordine di rimanere in casa. La maggior parte dei casi è stata segnalata in questa città e la maggioranza era asintomatica.
XX Congresso del Partito Comunista Cinese
La situazione nella capitale della Repubblica Popolare Cinese sembra esser rimasta relativamente calma, nonostante i viaggi in entrata ed in uscita dalla città stessa siano stati “scoraggiati” e gli abitanti medesimi sono sottoposti ai test quasi quotidianamente. Tutto questo anche in vista del XX Congresso del Partito Comunista Cinese, che si terrà il 16 ottobre.
Al fine di mantenere l’ordine e a far sì che i cittadini non violino le dovute restrizioni, sono utilizzati attualmente migliaia di droni che girano tra i palazzi e ricordano agli abitanti gli ordini da seguire.
Una delle tante frasi ripetute dai droni alla popolazione cinese: “Rimanete nelle vostre camere a meno che non dobbiate fare il vostro test Covid. Non uscite per altri motivi altrimenti vi arrestiamo”. In linea generale ancora non sono chiare le indicazioni su quando terminerà il nuovo lockdown, comportando un determinato crollo del trasporto aereo e un notevole aumento dei prezzi dei beni di prima necessità.
Quello che si evince è che le misure più restrittive della politica “zero Covid” servano anche come test per prevenire la diffusione del contagio stesso. Sembra proprio che il governo di Xi Jinping non abbia alcuna intenzione di abbandonare la propria strategia “zero Covid”. Questa manovra, portata avanti già da parecchio tempo e sostenuta ad oltranza dal presidente stesso, ha contribuito a frenare l’economia.
Il report dell’Anbound Research Center
Secondo “Capital Economics”, 41 città, responsabili del 32% del PIL cinese, sono coinvolte nella stretta anti-pandemica, il numero più alto da aprile. Secondo, invece, quanto riferito dall’Anbound Research Center, un think tank cinese, la politica “zero Covid” ha prodotto blocchi al commercio, viaggi e all’industria, suggerendo e sollecitando un rapido cambio di rotta per evitare uno “stallo economico”.
Gli esperti hanno invitato il governo a concentrarsi sulla crescita, come avvenuto negli Stati Uniti, in Europa ed in Giappone. Il think tank in un report dall’esplicito titolo “È tempo che la Cina adegui le sue politiche di controllo e prevenzione dei virus” rimarca che “prevenire il rischio di stallo economico dovrebbe essere il compito prioritario”. La Cina riuscirà a superare la fase pandemica portando avanti la politica “zero Covid”?