Sin dall’aggravarsi della crisi russo-ucraina nel Donbass, quando il 15 febbraio dell’anno corrente la Duma di Mosca ha iniziato a lavorare per riconoscere l’indipendenza delle autoproclamatesi Repubbliche di Doneck e Lugansk in aperta violazione degli Accordi di Minsk del 2015, la comunità internazionale ha preso posizione quasi unanimemente contro la Russia e il suo Presidente Vladimir Putin. 

Posizione che è andata facendosi sempre più netta e ostile il 22 febbraio quando lo stesso Putin ha ricevuto dalla Duma il potere di condurre operazioni militari fuori dai territori della Russia e il 24 quando per la prima volta truppe russe hanno varcato la frontiera come parte dell’invasione ancora in corso.

Vediamo come il mondo sta reagendo all’aggressione russa

UE

Il 23 febbraio 2022 il Consiglio europeo ha concordato sanzioni contro la Russia. Il pacchetto concordato comprende: sanzioni nei confronti dei 351 membri del parlamento russo che hanno votato a favore del riconoscimento nonché contro 27 persone ed entità per le loro azioni contro l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina oltre a restrizioni alle relazioni economiche con le zone non controllate dal governo delle regioni di Donetsk e Luhansk e restrizioni all’accesso della Russia ai servizi e ai mercati finanziari e dei capitali dell’UE.

Il 24 febbraio i leader dell’Ue si sono nuovamente incontrati e hanno concordato nuove ed ulteriori sanzioni che andranno a colpire il settore finanziario, i settori dell’energia e dei trasporti, i beni a duplice uso, il controllo e il finanziamento delle esportazioni, la politica in materia di visti e tre sanzioni contro i cittadini stessi della Russia. Queste sanzioni sono entrate in vigore da oggi venerdì 25 febbraio.

USA

Gli Usa avevano già varato una serie di provvedimenti graduali, dal bando delle attività economiche nel Donbass alle sanzioni contro due banche, il debito sovrano e alcuni esponenti dell’elite russa, prima di mettere nel mirino anche il gasdotto Nord Stream 2, colpendo uno dei progetti chiave del Cremlino per rafforzare la presa energetica sull’Europa. Nelle ultime ore è stato varato un secondo pacchetto ancor più afflittivo: ora le nuove sanzioni Usa contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina prevedono restrizioni ai prestiti sul mercato americano per le più importanti banche, società energetiche e dei trasporti della Russia: Sberbank, AlfaBank, Credit Bank of Moscow, Russian Agricultural Bank, Gazprom, Transneft, Rostelecom, Russian Railway. 

Sono state decise anche sanzioni personali contro alcuni esponenti di primo piano del Governo e dell’enturage di Putin, nonché i loro soci e famigliari ma non risulta ancora colpito Putin stesso.

Cina

La Cina si oppone a qualsiasi “sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia” come affermato dal portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin. Secondo la Cina è dal 2011 che gli Stati Uniti sanzionano la Russia e ciò non ha portato a niente se non a una maggiore ostilità sul piano della politica internazionale, oltre ad un peggioramento delle condizioni di civili innocenti. La medesima direzione è stata ribadita alle Nazioni Unite. La Cina ha quindi garantito alla Russia aiuti economici qualora le sanzioni dovessero farsi più pesanti, posto che ha già promesso che avrebbe comprato il grano russo rimasto invenduto sul mercato a causa delle sanzioni dell’Ue e degli Usa ma si è anche detta pronta alla ricerca di una soluzione politica alla crisi in atto.