Le elezioni politiche italiane sono oramai l’hot topic del momento: Fratelli d’Italia è stato il partito che, da solo, ha conquistato il 26% del totale dei voti, portandosi a casa – in coalizione – 235 seggi. Un dato che per molti ha fatto discutere, anche se prevedibile. Una cosa, però, ha lasciato molti con il fiato sospeso: l’alto tasso di astensione. Tra astensionismo volontario e involontario, 16,5 milioni di italiani non hanno votato, ma in pochi si stanno domandando il vero motivo.

L’astensionismo volontario

Il classico, caro amico che ci accompagna da sempre e per sempre, è l’astensionismo volontario, ossia quando chi ha diritto al voto, non lo esercita volontariamente. Molti giovani, in particolare, hanno riscontrato la problematica della poca rappresentatività. Le tematiche a cuore delle nuove generazioni spaziano dall’ambiente al lavoro e, ahimé, in pochi hanno dato risposte concrete. Lo scarso coinvolgimento politico dei giovani ne fa da padrone: politici nascosti nei loro fortini costruiti minuziosamente da un modo di fare politica vecchio, non al passo con i tempi che corrono. Eppure, sono ancora lì, a decidere per l’ennesima volta il nostro futuro, quello di persone che vivono quotidianamente oneri e onori di una realtà inserita in un vuoto, o meglio, un “gap”, che nessun partito, dal centro destra al centro sinistra, abbia ancora avuto la volontà di colmare.

L’astensionismo involontario

Ed eccoci arrivati alla spada di Democle, il pericolo al quale nessuno abbia ancora avuto il coraggio di affrontare e che, sicuramente, non verrà affrontato in termini di breve periodo. Nell’astensionismo volontario si raggruppano tutte le problematiche di carattere amministrativo, o qualsiasi altro tipo di freno, che non consentono agli aventi diritto di esercitare il proprio. Dall’estero schede che non sono arrivate, AIRE non iscritti alle liste elettorali per errori tecnici, o studenti fuorisede con tariffe alte da sostenere per tornare al proprio luogo di residenza, ma anche anziani non tutelati, disabili con difficoltà architettoniche. Questo è l’altro voto dell’astensionismo: la volontà di votare e vedersi negato il proprio diritto da mamma Stato.

Au revoir, Italie

In molti stanno cadendo nell’errore di considerare gli astensionisti come reietti della società, da essere redarguiti per la loro negligenza. Gli astensionisti devono essere rispettati: che siano volontari o meno, il problema è che entrambi, Stato italiano e politica, non hanno saputo colmare dei vuoti. Come nelle più belle storie d’amore, che ad un certo punto finiscono: all’ennesimo segnale e all’ennesimo vuoto, prima o poi, qualcuno dirà addio. Au revoir, Italie.

Sarah Penge

Immagine di copertina da lacostituzione.info